lunedì 28 maggio 2018
Aggiornamento primaverile
Situazione nel campo a fine primavera
Uno dei momenti più emozionanti della primavera, è l'inizio della stagione micologica. Qui, nei dintorni dell'orto naturale, le spugnole sono le regine incontrastate di questo periodo. In particolare, Morchella esculenta, generalmente considerata la più pregiata. È un fungo che cresce in simbiosi con diversi alberi, specialmente con il frassino maggiore.
Secondo il mio parere, le spugnole sono ottimi funghi da seccare. In questo modo acquisiscono un gusto decisamente più intenso e saporito.
In questa zona collinare, il periodo delle spugnole dura circa un mese, generalmente da fine marzo a fine aprile; iniziando dai versanti assolati per finire in fondo alle gole più fresche e ombreggiate.
Il prelibato fungo lascia poi (gradualmente) il posto ad un'altra delizia dei boschi: l'aglio orsino. Tra aprile e maggio, il letto del bosco si ricopre letteralmente di questa lilliacea. L'intenso odore di aglio spriogionato, sorprende ad ogni passeggiata.
Le piogge primaverili contribuiscono al mantenimento di un sottobosco umido, l'ambiente ideale della salamandra. Alle volte mi capita d'incontrare anche una decina di questi magnifici anfibi dai colori inconfondibili. Alcuni di questi vivono addirittura nell'orto, sotto la pacciamatura. Chiaramente, la sua presenza è un ottimo segnale, in quanto nutrendosi (tra l'altro) di limacce, contribuisce a tenerne sotto controllo la popolazione. Sgnifica inoltre che l'ambiente è pulito. Le salamandre sono infatti molto sensibili all'inquinamento o alla distruzione del loro habitat.
Umidità abbondante: questa è la condizione per poter avvistare le salamandre.
Nell'orto, quest'anno sto sperimentando vari tipi di sovesci. Non saranno sovesci nel senso classico attribuito in agricoltura convenzionale. Lo scopo non è quello di trinciare e interrare il tutto. Si tratta piuttosto di "Cover crops", ovvero di culture di copertura. Serviranno per migliorare la struttura del terreno, l'apporto di sostanza organica e azoto, oltre che ad accrescere la biodiversità.
In primo piano, favino, lenticchie, piselli, lino e mais. A sinistra, fave, lenticchie e grano saraceneo.
Probabilmente, prima di vedere gli effetti di queste culture miglioratrici, davrà passare qualche stagione, forse qualche anno. Purtroppo il terreno di partenza è molto povero. Ho constatato in particolare, carenza di azoto. Inoltre dopo le iniziali lavorazioni meccaniche del terreno, inevitabilmente si sono distrutte le micorrize esistenti. Di conseguenza, oltre alle piante che possano fissare l'azoto, ho inserito anche cereali, i quali permetteranno lo sviluppo di nuove micorrize.
Aiuola ricoperta di: favino, lenticchie, lupini, veccia, senape, grano saraceno, miglio, gombo, lino, cosmea e carote.
Angolo sperimentale: associazione tra lupino bianco e patate viola.
Quest'aiuola ha riservato una piacevole sorpresa. Inizialmente ho seminato delle cicerchie regalatemi da Rita (un'amica d'orto). Però, insieme ai legumi sono cresciute anche delle patate. Certo, niente di strano, visto che l'anno precedente avevo coltivato proprio delle patate in questo punto. La cosa interessante è che in questa zona montana, non si usa coltura autunnale delle patate. Di solito si aspetta il mese di aprile.
Eppure il risultato, è stato veramente positivo. Ecco le prime patate novelle raccolte a fine maggio.
Il raccolto è stato abbondante e qualitativo. Il tutto senza dover lavorare per piantare. Sono bastati i resti della coltura precedente (che invece era stata piuttosto scarsa). Ecco, probabilmente, un altro vantaggio del non rivoltare completamente il terreno nell'ottica di uno sfruttamento intensivo.
Quest'anno, al momento della raccolta, lascierò certamente le piccole patate, direttamente sul posto. L'intento è quello di perenizzarne la coltura per un uso famigliare.
Nel frattempo stanno crescendo anche le cicerchie. Non so se il raccolto sarà soddisfacente, in ogni caso i fiori sono sorprendentemente belli.