domenica 25 dicembre 2016
Habemus terram
Nuovo terreno in Alpago
Questa volta ci siamo: dopo tanti mesi di letargo, il nostro orto naturale ha finalmente trovato una terra dove insediarsi. Approdare in questa nuova location, è stato un percorso più lungo del previsto. Un percorso per qualche verso doloroso, che ci ha fatto lasciare le nostre piccole abitudini, i punti di riferimento, i cari amici. Ma ogni viaggio ha un punto d'arrivo e questo è il nostro.
Un terreno collinare a 550 mt d'altitudine in provincia di Belluno. Siamo nel bel mezzo della conca dell'Alpago, idealmente esposta a mezzogiorno, che con la sua catena montuosa funge da anfiteatro naturale. Campo, boschi e casera (un vecchio edificio usato dai pastori). Questo luogo nascosto tra due piccole valli, ha per anni ospitato orzo, grano e vite, mentre gli animali domestici accuditi con cura nei tempi passati, hanno ora lasciato il posto alla fauna venatoria: cervi, caprioli e mufloni.
Il terreno è in leggero declivio verso sud-ovest. Esposto al sole dalla mattina alla sera. Dalla strada principale, vi si accede dopo un percorso di quasi un km attraverso campi incolti e alberi. È circondato da boschi mesofili (cioè che necessitano di un clima relativamente fresco e umido) di frassino, nocciolo, acero, tiglio, carpino bianco e nero, betulla, pioppo, salice, quercia, ciliegio selvatico, più tutte le altre essenze tipiche della collina umida temperata.
Si nota anche la presenza di abete rosso e larice. Queste conifere sono di chiara origine umana. Normalmente dovrebbero trovarsi ad un'altitudine più elevata ed ora sono certamente fuori luogo; complice anche il riscaldamento climatico. Comunque contribuiscono alla diversificazione dell'ambiente in particolar modo per ciò che riguarda la produzione fungina.
A valle, scorrono un piccolo torrente da una parte ed un rigagnolo dall'altra. Pochi metri dietro la stalla, un pozzo permette un altro comodo accesso all'acqua. Non ho ancora capito con certezza qual'è l'origine di questa falda acquifera, ne quale sia la sua reale portata. Ho solo potuto accertarne la presenza anche durante la stagione estiva. Questo è il piccolo ruscello che scorre in fondo ad una gola franosa di marne argillose.
Il clima dell'Alpago è molto variegato come del resto la maggiorparte delle zone montuose. A distanza di pochi chilometri o anche solo di poche centinaia di metri si registrano differenze di temperatura notevoli. Diversi fattori sono quindi da prendere in considerazione: l'esposizione solare, l'orografia (cioè la disposizione dei rilievi circostanti), l'altitudine e l'esposizione ai venti dominanti.
Dopo quasi un anno di osservazione e dopo aver studiato le registrazioni dei dati di una vicinissima stazione meteorologica sono riuscito a farmi una prima idea del clima di questo luogo. Per il momento si tratta solo di dati estrapolati. Appena possibile userò le registrazioni fatte direttamente sul mio terreno.
Ecco le medie delle temperature, precipitazioni e umidità dal 2010 fino ad oggi:
|
gen |
feb |
mar |
apr |
mag |
giu |
lug |
ago |
set |
ott |
nov |
dic |
T. minima |
-0,7 |
0,1 |
3,5 |
7,3 |
10,2 |
14,2 |
16,4 |
15,8 |
13,0 |
8,5 |
5,0 |
0,5 |
T. massima |
5,4 |
6,8 |
11,7 |
15,5 |
18,7 |
22,9 |
25,8 |
25,4 |
21,2 |
15,7 |
10,8 |
6,5 |
Precipitazioni |
105,5 |
108,8 |
107,8 |
83,6 |
163,7 |
143,9 |
129,0 |
131,5 |
129,6 |
144,5 |
213,5 |
81,8 |
Giorni con precipitazioni |
8,6 |
11,1 |
9,7 |
14,0 |
17,4 |
16,1 |
15,4 |
13,1 |
12,1 |
12,3 |
12,8 |
6,6 |
Umidità media |
69,3 |
69,0 |
63,7 |
65,4 |
70,4 |
72,0 |
70,5 |
69,6 |
73,7 |
76,2 |
76,5 |
68,2 |
Difficile definire chiaramente questo clima. Sicuramente non continentale ma neanche veramente oceanico. Precipitazioni abbondanti in maggio/giugno e ottobre/novembre. Più secco invece da dicembre fino ad aprile. Umidità dell'aria bassissima. Brezze costanti, in particolar modo quelle pomeridiane durante la primavera e l'estate. Poca escursione termica.
Sembrerebbe uno dei punti più caldi della provincia di Belluno, almeno per ciò che riguarda le minime invernali. Le massime estive sono invece piuttosto basse; questo se da una parte può dare un certo sollievo, dall'altra potrebbe costituire un limite per certe culture tipicamente mediterranee o subtropicali.
Di seguito riporto alcune foto scattate durante l'anno 2016.
Aprile: è chiaramente iniziata la ripresa vegetativa. Le foglie ancora non si vedono ma la fioritura del pero annuncia la primavera.
A maggio i frequenti acquazzoni contribuiscono a l'inverdimento del manto erboso.
Luglio e agosto sono chiaramente i mesi più piacevoli. L'irraggiamento solare è compensato dalle brezze notturne e dalle regolari precipitazioni. Mediamente piove ogni due o tre giorni. Questa situazione dovrebbe essere ideale per numerose orticole (in particolar modo i legumi, le brassicacee, le insalate, le radici…), per il mais o ancora per la coltivazione di funghi all'aria aperta. Per i pomodori invece, bisognerà prevedere delle coperture (anche sommarie) per proteggerli dall'eccesso d'acqua.
Dicembre è nomalmente il mese più secco dell'anno. Quest'anno è stato anche particolarmente caldo. In pieno sole si stava bene anche senza maglione.
Ora rimane tutto da organizzare. Il frutteto, gli orti, lo stagno, il pollaio, le recinzioni, le siepi, le arnie e tanto altro. A breve, inoltre un'analisi più accurata sulle risorse, gli obiettivi ed i mezzi disponibili…