mercoledì 13 luglio 2016
La metamorfosi
La metamorfosi della libellula: dalla larva al dragone volante.
Il terrore degli stagni.
Quest'articolo doveva uscire un'anno fa circa. Poco prima di lasciare la nostra vecchia casa. Poi il dubbio, l'indecisione, e i pensieri hanno preso il sopravvento… È bastato un click per rimettere tutto in soffitta.
In seguito, in attesa di trovare un luogo per ripartire, tra mille imprevisti (che mi hanno tenuto lontano dalla rete e concentrato su cose più importanti della vita), mi sono quasi dimenticato delle libellule. Eppure, le avevo tanto cercate. È stato emozionante vederle arrivare dopo pochi giorni dalla realizzazione dello stagno, per non parlare delle loro danze sullo specchio d'acqua. E come giusta conseguenza di quella corte nuziale sono poi arrivate le larve, che hanno fatto buona guardia contro tutti gli infestanti, in particolar modo le zanzare.
È proprio da queste larve che voglio ripartire. Le neanidi (questo è il termine appropriato), cioè i nuovi nati, vivono la loro vita nell'acqua, passando da una trasformazione all'altra fino a quella più importante; quella che le farà emergere e le porterà a mutare in magnifiche libellule colorate. Ed è così che un giorno vidi uno strano riflesso sull'acqua immobile…
Su uno stelo di Equisetum japonicum si era compiuta la metamorfosi. Un esemplare di Libellula depressa ("depressa" in virtù della specie e non a causa di uno stato patologico mentale) spiegava per la prima volta le sue ali al vento. E le lasciava asciugare bene; tappa indispensabile per poter prendere il volo. In questo momento cruciale la libellula era immobile ed incapace di difendersi. Una manna per chi vuole fare qualche foto (oltre che per ragni, formiche ed uccelli insettivori).
La cosa più sorprendente è legata alla fisica. Una questione di volume. Come faceva questa robusta libellula ad essere pochi minuti prima all'interno di questa piccola ninfa? E come ha fatto ad uscire da quel corpo che la imprigionava, senza nemmeno lacerare la vecchia cuticola? Si nota solo un piccolo foro con qualche filo penzolante, come se fosse un cordone ombelicale definitivamente staccato. E le ali? Dove teneva le sue ali, ora perfettamente lisce e stirate?
La risposta l'ho scoperta qualche tempo dopo, quando ho potuto vedere un'altra metamorfosi. Questa volta ero arrivato in anticipo. Con uno stelo ho spostato la piccola libellula appena uscita mettendola in una posizione comoda per l'osservazione. Sono poi rimasto immobile con la macchina fotografica in mano. Riguardando con calma le decine di scatti fatti nell'arco di un quarto d'ora circa, ho capito come andavano le cose. La libellula esce dalla vecchia cuticola con un corpo piccolissimo che si sviluppa molto velocemente. Ancor più rapida è la crescita delle ali. Qui si nota come si sono sviluppate in una decina di minuti.
Ancora un po' di pazienza ed ecco il risultato. Le ali sono diventate trasparenti e resistenti; pronte ad assicurare il volo di questo possente insetto.
Sono proprio le ali a rendere le libellule uniche in tutto il creato. Possono infatti muoversi in maniera asincrona (cioè in modo non sincronizzato; l'una indipendente dalle altre). Questo significa che ogni ala "può andare per conto suo". Questa caratteristica, associata alla capacità dei potenti muscoli di far ruotare le ali su se stesse, permette degli spostamenti rapidissimi con cambi di direzione repentini; il tutto ad un costo energetico molto basso. In conclusione, una libellula può sollevare due o tre volte il propio peso. Un incubo per le prede nei dintorni dello stagno! Non per niente gli inglesi chiamano la libellula dragonfly, il drago volante. Ma contrariamente ad un drago, le libellule sono slanciate ed eleganti (anche se in realtà un drago vero, non l'ho mai visto).
Di che fare impallidire le vetrate di una cattedrale gotica.
La vista è il secondo punto forte di questo predatore. I suoi occhi composti, le permettono di vedere in tutte le direzioni. Agguato o attacco in volo: non c'è quasi scampo per la potenziale preda… Vedono anche chi vuole fotografarle e sono generalmente piuttosto diffidenti.
Mi piace pensare alla metamorfosi della libellula. C'è da dire che le neanidi sono piuttosto bruttine (anzi orribili, secondo il parere del genere femminile umano). Eppure la metamorfosi le libera dal peso del passato; distilla il bello nascosto che c'è in loro per liberarlo in un corpo nuovo. Pronto a spiccare il volo, pronto per una nuova vita. È vero, oggi mi sento un po' filosofo, ma prometto che non durerà a lungo. L'orto naturale sta per tornare…