venerdì 20 settembre 2013
Il gombo
Coltivazione di un ortaggio subtropicale nell'orto naturale. Conosciuto anche come okra, bamies o quiabo.
Alle volte, anche mia suocera può lasciare un buon ricordo. Infatti, proprio a casa sua, ho consumato per le prime volte il gombo …con spinaci e gamberetti. Si trattava del Calalou, una deliziosa ricetta, tipica della Guyana francese.
Il gombo (Abelmoschus esculentus) è una verdura d'origine africana, diffusasi in tutte le zone tropicali e subtropicali del mondo. Anche in Italia si coltiva con successo da qualche anno, particolarmente in Sicilia ma non necessariamente. In Veneto, ho potuto osservare il gombo negli orti coltivati da africani o bengalesi. Ora è presente anche in certi mercati.
Quest'anno ho deciso di coltivarlo anch'io. Ho seminato il gombo verde Cow horn, il rosso e una varietà sconosciuta che ho chiamato Claude (dal nome dell'amico della Costa d'Avorio che mi ha dato i semi). Ai primi di maggio, le piantine s'innalzavano velocemente dalle loro vaschette.
Le piantine messe a dimora piuttosto tardivamente (verso la fine di giugno) si sono sviluppate abbastanza bene. Ho provato la consociazione con peperoncini, fagiolini, cavoli e radicchi. La crescita si effettua soprattutto in altezza. Le larghe foglie sono ideali per ombreggiare le insalate durante il periodo estivo. Ora certi esemplari hanno superato i 150 cm ma potrebbero crescere ancora. Un'amica della Costa d'Avorio, citando un proverbio, mi ha detto che la pianta del gombo non deve essere più alta del contadino…
L'appartenenza alla famiglia dell'ibisco si nota nell'infiorescenza. Una volta che il fiore è aperto, i primi frutti arrivano dopo pochi giorni.
Il gombo si consuma quando è ancora tenero (dai 5 ai 15 cm di lunghezza in base alle varietà). La punta deve potersi spezzare facilmente. In caso contrario il frutto rimarrà fibroso anche dopo cottura. La produzione di fiori e foglie è abbondante. Ciò permette una raccolta con frequenza simile a quella degli zucchini.
Varietà gigante Cow horn
Varietà rossa
La mia varietà Claude
La coltivazione di questa verdura è stata abbastanza agevole. Solo i pidocchi (molto attratti dalla pianta) potrebbero essere fastidiosi. Avevo provato a seminare il nasturzio per testare il suo potere repellente contro le formiche responsabili dell'allevamento. Purtroppo i nasturzi si sono rovinati sul nascere (senza che ne capisca il perchè) e l'esperimento è finito e rimandato all'anno prossimo…Comunque, anche la rimozione meccanica con un po' d'acqua è sufficiente per ripulire fiori e foglie.
Questi sono i risultati delle varietà provate. Per il gusto, non ho notato differenze particolari.
La parte interna del frutto è composta di semi commestibili e di sostanze mucillaginose. Il sapore è molto delicato. La consistenza di questa verdura la rende particolarmente adatta per salse e creme o come accompagnamento per pietanze stufate. Noi l'abbiamo apprezzata anche nel risotto.
Come prima prova, direi che è stata soddisfacente. Sicuramente de rifare. Le piante dovrebbero continure la loro produzione fino ai primi venti invernali. Nel frattempo, sto facendo esiccare qualche frutto per tenere i semi per l'anno prossimo, perchè tra cinque mesi si ricomincia…