giovedì 15 agosto 2013
Patate dimenticate e fagiolini
Esperimento di semina senza fatica di patate e fagiolini su terreno argilloso duro
Questo esperimento è iniziato in primavera, durante una delle rare giornate di sole. Tutto è partito dalle patate dimenticate in dispensa da mia moglie. Questi poveri tuberi erano inizialmente destinati a rallegrare le nostre papille gustative e invece sono stati dimenticati nella penombra e la solitudine. Durante la loro lenta agonia, con un ultimo sforzo, ogni patata ha saputo dare vita a diversi germoglietti …proprio quelli che solitamente togliamo prima di cucinare. Ma in questo stato, non se ne parlava più di cucinare. Il solo modo per non vanificare ques'ultima fatica, di non aver sulla coscienza un pataticidio e di non buttare i soldi spesi, era di piantare le nuove piantine.
Germogli di patate
Togliendo sommariamente l'erba in un punto isolato del campo, ho predisposto la zona per la futura semina. Lo scopo dell'esperimento era di verificare la semina diretta su un terreno argilloso duro semplicemente ricoperto di sfalci d'erba. Oltre alle patate, ho aggiunto fagiolini varietà Anellino di Trento. Per le patate, non so di che varietà si tratti, visto che le abbiamo acquistate per uso alimentare. Questa consociazione d'ortaggi dovrebbe essere particolarmente favorevole alle patate per via dell'azoto fissato dai legumi.
In alto semina delle patate e dei fagiolini direttamente sul terreno. In basso pacciamatura di erba fresca.
La semina è durata il tempo di spezzettare grossolanamente le patate e di versare la scatola di fagiolini; cioè pochi minuti. Uno strato di una quindicina di centimetri di sfalci d'erba ha concluso l'operazione. Adesso bisognava solo essere pazienti. Le piogge abbondanti del periodo hanno saputo attivare rapidamente la crescita delle nuove piantine.
I risultati dopo due settimane sono abbastanza eloquenti. Le piante si sviluppano velocemente. Sicuramente la pioggia che bagna continuamente la pacciamatura è di grand'aiuto.
In alto piante di fagiolini. In basso pianta di patata.
Dopo due mesi, ecco come si presenta l'aiuola: verde e rigogliosa. Da tre settimane, il tempo è cambiato. Adesso siamo in regime estivo con sole e temperature sui 25/30°.
I primi incoraggianti fiori di fagiolini fanno capolino. Il raccolto si avvicina.
Il raccolto si avvicina …ma non arriva. Infatti in questo periodo (fine giugno) dobbiamo partire a Parigi per il matrimonio del cognato. Durante queste due settimane, la pacciamatura ormai ridotta a pochi centimetri non è più stata capace di proteggere i poveri fagiolini dall'arsura estiva. Di ciò ne ho già parlato nell'articolo L'orto abbandonato senz'acqua.
Dopo più di un mese di cure riparatrici per migliorare la pacciamatura e di conseguenza l'umidità, qualche misero risultato è arrivato. Per ora, pochi fagiolini che ripagano appena il costo dell'acquisto. Il gusto è buono ma la consistenza leggermente fibrosa (normale considerando le condizioni climatiche durante la crescita). Altri stanno arrivando ma confido in settembre per ricevere magari qualche bella sorpresa.
È arrivato anche il momento di vedere come sono andate le patate. In questo caso, il risultato è più interessante. La presenza è discreta anche se le dimensioni sono abbastanza ridotte. Da un punto di vista culinario, quest'ultima caratteristica potrebbe anche essere un pregio ma non ho nessun'esperienza con la coltivazione delle patate…
Questo è il raccolto di questo primo test. Devo ammettere che ero un po' fiero di me quando sono entrato in casa con le mie prime patate…
Non ho osservato nessun parassita, se non la presenza (in questo caso innocua) di limacce e lumache. La temuta dorifora delle patate non si è vista. Non so se è un fatto casuale o se i fagiolini hanno avuto un'effetto repellente come sostenuto su certi siti. Un altro aspetto positivo è che la consistenza del terreno è migliorata grazie alla pacciamatura e a la natura stessa degli ortaggi (tuberi e radici muovono di forza ciò che li circonda).
Ora ho notato che i primi e pochi fagiolini cresciuti a giugno (e che avevo lasciato sul posto) si sono seccati, sono caduti e sono rigermogliati. Ciò mi fa pensare che questa, potrebbe essere una tecnica per migliorare senza fatica dei terreni duri e poco fertili. Si semina e si lascia crescere il tutto senza tanti accorgimenti, dopodiché si lascia sul posto il raccolto in modo che possa ripartire autonomamente per le stagioni seguenti. I legumi apportano azoto e i tuberi muovono la terra. Chiaramente esistono altre piante che possono contribuire a la preparazione del terreno. Quando poi si decide d'iniziare la coltivazione vera e propria, si raccoglie quello che si può raccogliere e si parte su un terreno preparato, più ricco e morbido.
Chiaramente il convolvolo e altre infestanti sono sempre presenti (anche se in modo marginale rispetto ai terreni vangati) e ogni tanto bisogna ricordare loro chi comanda…
Per l'anno prossimo ho una gran voglia di provare altre varietà di patate (particolarmente quelle colorate) in diversi punti dell'orto…